QUALCOSA SU FRANCESCO. 2)
Papa Francesco irrilevante?
A memoria l'accusa gli venne lanciata, apertamente, dopo la pubblicazione di "Laudato si", l'enciclica scritta per avvertire dei pericoli gravi per la sopravvivenza della specie umana per le distruzioni ambientali e le loro conseguenze.
Fu Chicco Testa a pronunciarla. Non sembri un episodio laterale di un protagonista minore. Testa più volte, nel suo lungo percorso da ecologista in movimento a manager con ben altri orizzonti, si è incaricato, non senza sottigliezza , di avere il ruolo di "Malleus maleficarum", dove il maleficio è sempre stato, per lui, ogni orizzonte trasformativo piu' netto, in politica come nelle scelte ambientali e energetiche. Dall'attacco a Natta, nel 1989, in nome di una gioventù scalpitante e insofferente di ogni vincolo a correre verso le compatibilità di governo, ben oltre Occhetto e in qualche modo quindi anche contro Occhetto, alla sentenza su Bergoglio.
Il Papa sarebbe stato irrilevante, questa la sostanza, perchè i suoi allarmi sul clima, le estinzioni, la distruzione delle possibilità di un futuro per l'uomo erano, sono, irricevibili da chi il mondo dirige, da chi determina lo sviluppo che lo abita ormai interamente, senza più zone rifugio. La risposta non è difficile, manca piuttosto il coraggiuo per dirla. In questi anni ( la "Laudato si" è del 2015) la crisi climatica, segno avvertibile della catastrofe si è forse modulata diversamente, per tempi e gravità, di quanto descritto dal Papa. Al contrario abbiamo di fronte segnali di un suo crescere geometrico, non lineare. Il rigetto dell'ecologia nel voto vincente per Trump e Milei, il declino in Europa del Green deal, sono stati segnali della falsità delle analisi sull'ambiente? Non sembra, piuttosto sono maturati nella paura per un fenomeno così grave da non potersi affrontare e nel mutismo di chi avrebbe dovuto combattere per un governo mondiale e di salvezza della Terra. L'ecologismo di governo è terminato, nell'UE, in misure ravvicinate più che strategiche, riduttive ma insieme difficili da rendere compatibili con una economia che rimane la stessa, Moloch inaffrontabile. E ora, dopo l'aumento del peso elettorale di destra e populisti, si retrocede. Si può retrocedere, di alluvione in alluvione, si può ignorare che il mondo deve unirsi, non combattere, per contrastare la catastrofe antropocenica, ma in queste retrocessioni sta l'irrilevanza ormai avvertita, perfino nelle fughe elettorali dalla responsabilità e dalla speranza. Il pensiero del Papa, invece, dopo dieci anni sembra altrettanto grave ed avveduto.
L'accusa a Francesco è poi ritornata sul nocciolo politico più duro: le guerre. La guerra mondiale è frazionata in diversi episodi ma è leggibile, paurosa e deve essere fermata, secondo Papa Francesco. La sua visione è il contrario di ogni concezione della situazione politica mondiale basata sulla rottura del mercato e della multilateralità del mondo. E' il contrario di ogni ritorno ai blocchi e al riarmo, all'abbandono delle sedi internazionali, che invece dovrebbero confermarsi e qualificarsi per provare a governare il pianeta. Si sono contrabbandate ideologie di fragile furbizia ("Si vis pacem" ecc ecc) , le guerre avvalorate come igiene per fermare altre guerre, miserande choses déjà vues. La geopolitica, o almeno molti dei suoi improvvisati esperti, ha avuto un ruolo non positivo, cedendo all'inevitabilità dei fatti e delle cadute nei conflitti. Fin dal titolo questa scienza che si dice di voler annunciare. rifiuta ogni analisi causale in profondità, quasi che tutto potesse essere nel confronto fra le potenze per la loro fame dovuta a bisogni assoluti di alimentazione economica. Politica niente, responsabilità niente. D'altra parte le voci analitiche, tutte, sono sempre più flebili, il pacifismo è spinto con veemenza ai margini e quindi si ritrova più estremo. Le dirigenze politiche democratiche, da Washington di Biden tutte le carte di una alla UE, hanno scelto di giocare tutte le carte in una guerra per procura a Putin, considerando soprattutto a Londra, Varsavia e nei baltici, la Russia un obiettivo da annichilire non da sconfiggere fermandolo. Il Papa che con tragico coraggio ha invocato la tregua in Ucraina, con sacrifici da parte di entrambi i belligeranti, anche da parte degli aggrediti, non ascoltato, scompare dal mondo proprio quando il colonialismo immorale di Trump mostra che comunque dove la Russia è arrivata difficilmente potrà esserci un rinculo, una desistenza. Non si è voluto capire che la scelta che il Papa indicava non era solo per etica. Fermare la guerra era ed è in realtà la sottrazione della colonna dove risiede il palazzo dello stesso Putin. E poi Gaza. Le telefonate quotidiane del Papa sono state per mesi quasi l'unica testimonianza che il mondo ha occhi per vedere il massacro, che la vita di ogni essere umano ha lo stesso valore. Se la testimonianza del Papa è irrilevante quale al contrario non lo è?
In sintesi un Papa non può fermare le ruote della storia e non ha in mano il timone della carrozza ma ha un proprio dovere, forse per la prima volta nella storia avvertito con così grande acutezza da un Pontefice dai tempi di Benedetto XV. E' il dovere di non tacere se la carreggiata è abbandonata e se la corsa è folle. Corrado Augias ha detto, con la consueta acutezza, che si potrà valutare il segno lasciato da Bergoglio quando conosceremo il successore. Forse si desidera un pragmatico o un mistico, ma l'esempio di Giovanni XXIII, cui seguì un Papa di alto personale lignaggio politico ma certo da lui lontanissimo, ci dimostra che i riformatori e gli operatori di pace lasciano solchi profondissimi, di altre cronache non curat praetor.